Emergenza e istruzione: una situazione che genera punti deboli

L’emergenza per contrastare e battere l’ormai famigerato Covid-19 richiede sacrifici per tutti e ha momentaneamente cambiato le abitudini e lo stile di vita di tutti gli italiani. Il mondo del lavoro e quello dell’istruzione hanno subito un considerevole impatto da questa situazione: per evitare i contatti fra il personale, le aziende e gli enti pubblici sono state costrette ad attivare in tutta fretta (e con numerosi problemi) le postazioni di telelavoro. Abbiamo scritto dei rischi e delle soluzioni in ambito lavorativo nel recente articolo “Covid-19 e smart working“, ma questa situazione si è estesa anche agli studenti di ogni ordine e grado. Per non perdere preziose giornate di lezioni le Università e le scuole hanno adottato la cosiddetta teledidattica e purtroppo, se non per alcune eccezioni, la nostra Italia si è dimostrata poco preparata ad affrontare questa prova.

L’emergenza nell’emergenza

In molti casi grazie al lavoro e alla buona volontà di presidi e professori sono state adottate soluzione di emergenza che, vuoi per la mancanza di fondi, vuoi per la mancanza di esperienza, non funzionano correttamente. Non ci sentiamo di criticare chi si è impegnato in queste pratiche, ma è ovvio che in molti casi le soluzioni siano state approntate alla meglio. Per citare un classico detto “a mali estremi, estremi rimedi”… ma purtroppo quando c’è di mezzo la tecnologia i vecchi proverbi non funzionano e il rischio è quello di causare più problemi che benefici, in particolare quando si tratta di sicurezza. Lo scenario presenta aspetti diversi: studenti che hanno Internet a casa, studenti che non possono accedere alla rete e quelli che possono usare solo connessioni 3G o 4G (che nella maggior parte dei casi hanno poco traffico dati a disposizione). Poi c’è chi si collega con un PC Windows, chi con un Mac, chi con un tablet o un semplice smartphone. In definitiva, in questo caos imperante, in un Paese dove il “digital divide” purtroppo è ancora una triste realtà, gestire lezioni in videoconferenza o appoggiarsi a server di fortuna per scambiarsi documenti e materiali di studio può essere rischioso, in particolare quando l’infrastruttura è stata creata da persone poco esperte nel settore sicurezza. Il pericolo di furti dei dati e concreto, e considerando che fra gli studenti ci sono dei minorenni, la situazione può diventare ancora più grave. Teniamo sempre ben presente che gli hacker malintenzionati non si sono fermati davanti al Covid-19, anzi, spesso hanno sfruttato l’emergenza per sferrare impietosi attacchi informatici.

La debolezza di fondo

Le “soluzioni” per l’insegnamento a distanza create senza considerare le funzionalità di base e la sicurezza, nella maggior parte dei casi si appoggiano a soluzioni di fortuna che nel tempo potrebbero subire attacchi malware generando una situazione di caos ancora più grande. L’emergenza ai tempi del coronavirus ha creato vantaggi e svantaggi: non si arriva in ritardo a lezione, ci si può svegliare un po’ più tardi, non ci sono mezzi da prendere e con la colazione a portata di mano basta accendere il computer per seguire la lezione. Ma attenzione, un server con protezioni deboli, l’uso di password poco sicure, file manager gestiti con poca attenzione, possono portare a problemi che vanno dalla violazione dei dati personali, all’infezione da virus informatici. Senza considerare che le infrastrutture create da persone poco esperte potrebbero non reggere la connessione contemporanea di svariati studenti che usano i più disparati dispositivi informatici. In questo senso i dipartimenti di alcune Università si sono dimostrati preparati nel gestire aule virtuali per i video corsi, ma nelle scuole la situazione è decisamente più critica, in particolare in quelle regioni già messe in ginocchio dall’emergenza. Il consiglio di Hypergrid, da anni in prima linea nel settore della sicurezza informatica, è quello di evitare le soluzioni raffazzonate e di rivolgersi a team di esperti. Sono numerose le aziende certificate che operano nel settore che posso dare una mano, anche per un semplice consiglio. Consideriamo che l’attuale crisi può trasformarsi in opportunità per il futuro sia per quanto riguarda lo smart working sia per la formazione a distanza, l’importante è seguire un percorso che, anche procedendo a piccoli passi, garantisca una particolare attenzione alla sicurezza nel prevenire violazioni e furti di dati.

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