Cybersicurezza: tra investimenti e rischi


Nel 2024, le imprese italiane hanno incrementato sensibilmente i propri investimenti in cybersicurezza: +15% rispetto all’anno precedente, per un totale di 2,48 miliardi di euro. Un dato positivo, che riflette una crescente consapevolezza della necessità di proteggere le infrastrutture digitali da minacce sempre più numerose. Tuttavia, nonostante questo slancio, il quadro rimane allarmante dato che il rapporto Clusit 2025 rileva un aumento del 15% degli attacchi gravi in un solo anno. Investire in cybersicurezza è fondamentale,  ma non equivale automaticamente a essere più protetti. La sicurezza informatica richiede scelte strategiche, organizzazione e formazione.


La sfida della complessità

Uno dei problemi più critici è la complessità delle infrastrutture IT, spesso composte da sistemi eterogenei, datati o scarsamente integrati. Questo aumenta la superficie di attacco e rende più difficile garantire una difesa efficace. A ciò si somma il cosiddetto fattore umano, tuttora considerato la principale vulnerabilità. Tuttavia, colpevolizzare gli utenti rischia di distogliere l’attenzione da carenze sistemiche, come l’assenza di formazione o la mancanza di soluzioni capaci di prevenire l’errore umano.


Formazione contro il rischio informatico


In uno scenario di minacce informatiche sempre più sofisticate, la tecnologia da sola non basta: la formazione del personale è uno degli strumenti più efficaci per prevenire incidenti e rafforzare la postura di sicurezza di un’organizzazione. Molti attacchi si basano infatti su tecniche di ingegneria sociale come phishing, smishing o truffe BEC, che puntano a ingannare le persone, più che a violare i sistemi. Per questo, ogni collaboratore, a prescindere dal ruolo, dovrebbe essere consapevole dei rischi digitali e delle buone pratiche da adottare.

Investire in formazione significa costruire una cultura aziendale della sicurezza: un ambiente in cui l’errore umano si riduce, le segnalazioni sono tempestive e il rischio complessivo diminuisce in modo concreto. Non è un costo: è un investimento.

Supply Chain protetta

In un ecosistema digitale sempre più interconnesso, proteggere il solo perimetro aziendale non è più sufficiente. Le organizzazioni moderne operano in filiere complesse, composte da fornitori, partner tecnologici, subappaltatori e servizi terzi. Ogni anello debole può diventare una porta d’ingresso per le minacce informatiche.

Per questo, la cybersecurity deve estendersi alla supply chain e oltre, fino alla “supply chain della supply chain”. Significa vigilare non solo sui fornitori diretti, ma anche sui loro partner, costruendo un ecosistema sicuro e resiliente lungo tutta la filiera. Basta un solo attore non protetto per esporre l’intero sistema a gravi rischi, come fughe di dati, attacchi ransomware o interruzioni operative.
Investire in sicurezza condivisa non è solo una misura difensiva: è anche un vantaggio competitivo. 

Le aziende che dimostrano di gestire in modo concreto i rischi della propria filiera ottengono maggiore fiducia da clienti, stakeholder e investitori. In molti settori, la solidità della catena di fornitura è ormai un criterio chiave nelle gare d’appalto, nella selezione dei partner e nelle certificazioni di qualità.
Inoltre, una supply chain protetta facilita la compliance con le normative internazionali, migliora la trasparenza e riduce il rischio reputazionale. In sintesi, la sicurezza della filiera è oggi una leva di business, non solo una misura difensiva.


Implementare un piano di sicurezza per la filiera


Proteggere la supply chain richiede un approccio strutturato. Non si tratta di controllare tutto e tutti, ma di costruire un sistema basato su fiducia, trasparenza e responsabilità condivisa. Ecco alcuni passaggi:

Mappare la filiera estesa
Identificare tutti i fornitori, partner e subfornitori con cui l’azienda interagisce, valutando la criticità dei loro servizi rispetto al business.

Valutare i rischi dei fornitori
Introdurre questionari, audit, richieste di documentazione o certificazioni per valutare il livello di maturità cyber dei partner.

Integrare la sicurezza nei contratti
Inserire nei contratti clausole specifiche sulla gestione della sicurezza informatica, notifica di incidenti, protezione dei dati e standard minimi richiesti.

Formare e sensibilizzare anche i partner
Estendere la cultura della sicurezza anche ai fornitori strategici. Webinar, toolkit, policy condivise possono fare la differenza.

Monitorare e aggiornare nel tempo
Il rischio cyber è dinamico. Occorre prevedere attività periodiche di monitoraggio, aggiornamento dei requisiti e revisione dei piani in base all’evoluzione delle minacce.


Sicurezza informatica e backup

Si parla spesso di soluzioni di cybersicurezza capaci di contrastare le minacce, ma non si può parlare di cybersicurezza senza parlare di backup. Troppo spesso la protezione perimetrale viene ritenuta sufficiente, mentre le strategie di salvataggio, replica e ripristino dei dati restano in secondo piano. Un errore grave, poiché il backup rappresenta l’ultima linea di difesa in caso di attacco riuscito, guasto o incidente.


Un’infrastruttura robusta di backup non solo consente il ripristino rapido delle attività, ma permette anche di rispondere con maggiore resilienza a eventi come ransomware, furti di dati o disastri naturali. Oggi, le soluzioni di backup più avanzate sfruttano tecnologie cloud, intelligenza artificiale per il rilevamento di anomalie e integrazioni con i sistemi di sicurezza per garantire coerenza e rapidità di intervento.


Una visione più matura della sicurezza


Il futuro della cybersicurezza si gioca su un piano integrato: non bastano firewall e antivirus, ma serve una governance del rischio cyber condivisa con tutta l’organizzazione. L’82% delle grandi aziende italiane gestisce oggi il rischio internamente, ma spesso manca un’integrazione efficace tra sicurezza, operations e gestione dei dati.

Le nuove minacce richiedono competenze esterne specializzate in grado di supportare i team IT interni spaziando dalle pratiche di cybersecurity, all’automazione dei processi, alla misurazione puntuale dei rischi, fino all’uso dell’intelligenza artificiale. Senza trascurare l’importanza di strategie di backup strutturate e testate regolarmente.


Hypergrid: il partner su misura

Affrontare le sfide della cybersicurezza richiede oggi molto più di semplici tecnologie: servono visione, esperienza e la capacità di integrare soluzioni efficaci in contesti complessi e in continua evoluzione. È proprio in questo scenario che Hypergrid si propone come alleato strategico per aziende e organizzazioni che vogliono proteggere il proprio futuro digitale.

Grazie a un approccio consulenziale, flessibile e profondamente orientato alla realtà dei clienti, Hypergrid è in grado di progettare e implementare soluzioni di sicurezza informatica che vanno oltre la semplice protezione perimetrale. Dalla formazione, alla gestione intelligente del rischio. Dalla sicurezza della rete e dei dati, alla prevenzione degli attacchi e continuità operativa, ogni intervento è pensato per essere realmente efficace, sostenibile e coerente con gli obiettivi di business.

Con oltre vent’anni di esperienza e un team specializzato, Hypergrid combina tecnologia avanzata e competenza umana per aiutare le organizzazioni a costruire ambienti digitali più sicuri, resilienti e consapevoli. Perché oggi, la cybersicurezza non è più solo una questione tecnica: è una scelta strategica. E con Hypergrid, è anche una scelta sicura.

Scopri di più sulle soluzioni Hypergrid per la sicurezza di rete su www.hypergrid.it.

Shares

Iscriviti alla nostra newsletter

Inserisci la tua E-mail ed iscriviti per ricevere aggiornamenti periodici sul mondo della sicurezza informatica